Con questo termine si intende il comune “mal di schiena” che colpisce almeno una volta nella vita l’80-85% della popolazione. In America è stata individuata come la prima causa di astensione dal lavoro con conseguenti costi sociali non indifferenti. Si tratta di una patologia che colpisce prevalentemente soggetti in età adulta e la cui percentuale aumenta con l’aumentare dell’età, anche se sono sempre più frequenti soggetti che hanno avuto almeno un episodio di lombalgia prima dei 40 anni.
Colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale e le cause più frequenti sono di tipo meccanico ed interessano le strutture ossee,muscolari e legamentose. Altre cause minori sono l’ernia discale, le fratture vertebrali traumatiche o da metastasi ossee. Nei soggetti giovani ( età inferiore ai 30 anni) la causa più frequente è la spondilolistesi che consiste nello scivolamento di una vertebra in avanti rispetto alla vertebra sottostante. Il dolore può essere acuto ed insorgere dopo uno sforzo o un’attività fisica più intensa o cronico. Per la diagnosi di lombalgia è necessario eseguire una corretta raccolta dei dati anamnestici del paziente per individuare quali possano essere le cause. E’ importante eseguire un’accurata visita per poter indirizzare il paziente verso il giusto iter diagnostico e terapeutico. Tra le indagini diagnostiche utili per prescrivere una giusta cura è indispensabile eseguire sempre una radiografia nelle proiezioni A-P e laterale. Solo in caso di presenza di un dolore che si irradia agli arti inferiori con eventuali deficit vasculo-nervosi periferici ( sciatalgia) è utile eseguire una risonanza magnetica o una TC. In caso di soggetto in età avanzata con lombalgia è utile valutare un eventuale quadro di osteoporosi ed eseguire quindi una densitometria ossea o una mineralometria ossea computerizzata ( MOC).
In base alla diagnosi che è stata posta si attua un programma terapeutico volto a risolvere la sintomatologia dolorosa (farmaci antidolorifici ed antinfiammatori) e a migliorare la struttura muscolare e legamentosa che sostiene la componente ossea del rachide. Quest’ ultimo obiettivo si raggiunge con opportuni esercizi di rinforzo muscolare e di stretching da associare ad esercizi che insegnino al paziente quali sono le posture corrette da mantenere durante l’attività quotidiana e in particolare quella lavorativa che oggi è sempre più pesante per la colonna. Molto importante è inoltre una buona educazione del paziente per quel che riguarda il corretto utilizzo da fare della propria colonna insegnando semplicemente quelli che sono alcuni movimenti errati che possono scatenare una crisi dolorosa. Nella fase acuta di una lombalgia può essere utile indossare un bustino lombare semi-rigido a sostegno del rachide lombo-sacrale.
Solo in caso di fallimento di questo tipo di terapie per periodi di tempo prolungati ( circa un anno) e nel caso in cui siano state diagnosticate patologie organiche( ernia discale, spondilolisi, discopatie…) ha senso porre un’indicazione chirurgica. A scopo preventivo è importante mantenere uno stile di vita attivo con la pratica di un’attività sportiva regolare ed un attento controllo del peso corporeo.